L'eredità di Price: AA di Alvin Boyarsky
- iLAB
- 4 giu 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 24 giu 2020
Nello stilare il programma di una scuola e nel comprendere quale fosse il significato e il ruolo della scuola oggi, ho deciso di analizzare la figura di Alvin Boyarsky.
All'AA Boyarsky rivoluziona il modo di fare didattica grazie alle attività laboratoriali e workshop.
La scuola però non è il luogo della "produzione" ma luogo di "scambio dei saperi" grazie all'influenza di personaggio provenienti da tutto il mondo.
Giunto all’Architectural Association nel 1971 in veste di direttore, Boyarsky effettuò un riassestamento della struttura educativa e di ricerca, apportando numerose modifiche all’anno accademico del 1972-73 entrarono in vigore: riorganizzò la didattica in maniera tale da far sì che l’AA divenne un ambiente caratterizzato da un discorso culturale di ampio respiro, in continua evoluzione e aperto ad ogni genere di ricerca.
Ogni studente aveva a disposizione una vasta gamma di workshop, unità di lavoro e programmi studio.
Questa importante attività di ricerca è spesso confusa con il contenuto utopico dell’architettura che ne viene fuori. In senso letterale è vero che un’utopia significa appartenere a nessun luogo e molti architetti vicini ai gruppi radicali si sono sempre posti fuori da ogni Genius loci, ma quello che non si deve confondere è il lento ma continuo abbandono del senso progressivo che compie nel passaggio dalla stagione della ricerca radicale ai giovanissimi insegnati della AA con il loro interesse maniacale per la realtà.
La scuola fu sempre intesa da Boyarsky come un luogo di scambio e non come un luogo di produzione, secondo lui non doveva rappresentare un centro accademico di apprendimento di tecniche, trasmissibili, ma un “porto di mare” ovvero un luogo casuale fatto da stimoli di insegnamento trasversali.
L’obiettivo di Boyarsky fu quello di creare una rete internazionale di persone provenienti da tutto il mondo, sia come studenti che come docenti, dove, grazie alla permeabilità delle strutture e dei luoghi di incontro, potessero confrontarsi, e attraverso una reciproca critica, mantenere il grado di aggiornamento della scuola sempre all'avanguardia, in grado di penetrare la realtà in profondità e molto spesso sovvertirla.
Questo modello di educazione doveva avere strutture adeguate per la ricerca e e lo scambio di informazioni, che avveniva sia in luoghi formali, spazi mostre, laboratori, aule conferenze ma anche in luoghi qualsiasi come bar, sale da ballo, case private o i corridoi della stessa scuola.

Alvin Boyarsky_OfficeAA
Attraverso una riorganizzazione completa della struttura educativa Boyarsky portò “ la pioggia dopo un periodo di secca”.
I primi tre anni lo studente si dedicava alle Units, ricerche sperimentali condotte dai docenti con gli studenti in totale autonomia e libertà. Gli ultimi due anni conclusivi dedicati al diploma. Introduce inoltre alcuni corsi rivolti ai membri dell’AA, col fine di rafforzare i legami fra la scuola e mondo professionale, e altri rivolti ad architetti già formati che volevano approfondire la propria formazioni;
Infine evita accuratamente di definire un piano di studi, giudicandolo limitante, e riesce a garantire ad ogni insegnate la libertà di seguire le proprie idee.
Bibliografia
Marco Biraghi, Alberto Farlenga, Architettura del Novecento vol. III, Einaudi, Torino, 2009
Sitografia
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