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Le letture

  • Immagine del redattore: iLAB
    iLAB
  • 11 giu 2020
  • Tempo di lettura: 10 min

Aggiornamento: 7 lug 2020


Durante il corso ci sono state consigliate delle letture.

Personalmente ho deciso di trattare tre libri: Scritto di Notte di Ettore Sottsass,

Artscape-L'arte come approccio al paesaggio contemporaneo di Luca Galofaro e Interni Moderni Spazi pubblici e privati dal 1850 ad oggi di Penny Sparke.






Ettore Sottsass, Scritto di Notte, Milano, Adelphi, 2010


"MASCHERE NUDE"

Ettore Sottsass nel libro assume il ruolo di uno scrittore umorista; la riflessione assume un ruolo di notevole importanza ed è solo grazie a queste riflessioni che possiamo comprendere la sua vita.

Pirandello diceva che la riflessione“come un demonietto che smonta il congegno delle immagini, del fantoccio messo su dal sentimento; lo smonta per vedere come è fatto; scarica la molla, e tutto il congegno ne stride convulso”.

Questa biografia non è come lo specchio, davanti al quale l’uomo si rimira, ma si pone davanti a ciascuno come un giudice.

    

"Quando ero un bambino piccolo, molto piccolo, vivevo in mezzo alle montagne, e in mezzo alle grandi montagne il problema dell'intelligenza, per quello che ne so, non c'era; non mi sembra ci fosse" (p.14)


Ettore Sottsass nasce nel 1917 ad Innsbruck, sulle Alpi, lontano dai miasmi della città. La sua generazione è quella dei “classe di ferro”, la stessa classe costretta a combattere la Seconda Guerra Mondiale.


Si trasferisce,all'età di undici anni, insieme alla madre e il padre architetto, a Torino, la città delle opportunità lavorative grazie alla presenza dell'industria automobilistica Fiat.

Nei suoi occhi rimarrà sempre il riflesso dei boschi.

Suo padre aveva una visione chiara dell'architettura, mentre Sottsass sin da piccolo e questa è una visione che accompagna tutto il libro è: "[...] una perfetta figura romantica del giovane eroe sconfitto" (pag. 20) , in un periodo in cui non si avevano certezze.

Queste incertezze, questa mancanza di lungimiranza verso una visione futura della propria vita, questa capacità di vivere giorno per giorno non caratterizza la vita di Sottsass solo durante il periodo della Guerra, ma per tutta la sua vita. Soprattutto quando intuisce che la sua vita comprende lui, l'universo e tutta la gente attorno a sé.


Interessante è la sua visione della scuola, sin da bambino: i maestri inculcano informazioni e i bambini sono privati della facoltà di intraprendere un proprio pensiero.

Soltanto all'Università "[...] lasciavano a me lo spazio per capire quello che sarei stato in grado di capire e lo spazio per non capire quello che non sarei stato in grado di capire." (pag. 43)


La matita inizia ad essere la sua arma di difesa per tutta la vita e nella sua lettura delle vicende si comprende sempre il suo spirito artistico che cresce insieme a lui.


Il suo interesse per i colori deriva dall'esperienza di Spazzapan, un pittore con molto talento ma che ha avuto poco successo.

Per questo acquista un sensibilità per la pittura e per la scultura. L'architettura rimane "[...] un posto artificiale che si abita". (pag.74)


Durante la Guerra capisce sin da subito la mancanza di un vero spirito patriottico e che la sua vita fosse destinata ad altro. Non è un eroe, e non vuole nemmeno apparire come tale.

Per questa ragione assume ruoli differenti: disegna scenografie, amministratore del Colonnello, usa la fotografia per descrivere le case serbe (in Montenegro).Proprio in Montenegro incontra una donna, Geka, per la quale lui faceva dei disegni e lei tesseva.


Più volte durante la Guerra rischia di perdere la vita, ma spesso è assistito da quella che lui stesso definisce "fortuna" e riesce sempre alla fine a "salvare la pelle".


Dopo la Guerra può finalmente iniziare la sua carriera grazie ad incontri fortuiti e grazie al contributo della prima moglie, Fernanda, un riferimento fondamentale nella sua vita, forse l'unica certezza. Fernanda cerca di farlo entrare nella società milanese e incontrando Mondatori decide di scrivere la rivista "1/2 secolo" ed inizia a lavorare alla Triennale.



Incontra il marchese Orengo e poi Gianni e Giorgio Agnelli, per il progetto di una palestra in casa. Nelson che gli offre il suo primo lavoro da architetto in America, Roberto Olivetti e Mario Tchou per il progetto del grande calcolatore italiano, ma anche Giò e Lisa Ponti, Hemingway e tanti altri.


Infine un'altra costante della vita è il viaggio, spesso seguendo la moglie Fernando soprattutto nel periodo in America, in cui era in atto la rivoluzione della cultura industriale, la cultura delle macchine e dell'elettronica.


Tornato dall'America inizia a disegnare elementi di design ed inizia a lavorare per Adriano Olivetti. Lo stesso Adriano permette a Sottsass di curarsi in America. Nel lungo periodo di degenza edita la rivista "EAST 128".


Ettore Sottsass_East 128_Copertina




Ettore Sottsass_East 128_Immagini



Infine nel 1981 si inaugura la mostra "Memphis" con lo scopo di mettere "più sapore" nel design.

Memphis_Milano_Design Collection




Luca Galofaro, Artscape, l'arte come approccio al paesaggio contemporaneo, Milano, Postmedia, 2007


"Artscape è un termine che cerca di sintetizzare l'idea di un intervento sul paesaggio mediato da un approccio artistico".


In Architettura si cerca di leggere il paesaggio e lo si interpreta così come nell'operato degli artisti che da sempre hanno sviluppato questa sensibilità. Si comprendere il paesaggio e i suoi caratteri essenziali, talvolta raffigurandolo, talvolta entrando in relazione con esso.

Nel momento in cui si cerca di rivitalizzare un transetto di territorio, è importante una sua lettura per capirne le ragioni e le possibilità che esso può ancora offrirci.

Su questa riflessione ho trovato delle analogie con il libro e il progetto dell'Infrastruttura culturale.



1)SPAZI DA SCOPRIRE: Viene esperita l'idea di spazio come un qualcosa da vivere ed ascoltare e non solo contemplato.

Gordon Matta-Clark sperimenta uno spazio in perenne trasformazione, capendo che osservare è prima di tutto entrare in contatto con ciò che è fuori. I suoi edifici sono "tagliati", delineando il confine tra spazio interno ed esterno da valicare con lo sguardo. (es. Office Baroque, Antwerp, 1977).


Gordon Matta-Clark-Office Baroque, Antwerp, 1977



Nello progetto della nuova scuola, la lettura dello spazio interno è possibile grazie alla grande vetrata della facciata che lascia passare la luce. Essa permette allo stesso momento di avere una comunicazione visiva con il paesaggio esterno.




2)RIDEFINIRE LO SPAZIO NEL TERRITORIO

Definire lo spazio significa rendere uomo e ambiente compatibili mediante un atto creativo.

Il progetto di Antrodoco lavora su un luogo urbanizzato. In questo caso lo spazio dell'Archivio è definito dall'architettura esistente demolita e dall'edificio gemello.

Non è come Nancy Holt nel Sun Tunnels nello Utah che nel deserto cerca di misurare il vuoto del paesaggio.


Nancy Holt,Sun Tunnels,Utah


L'idea di Robert Smithson della Spiral Jetty nello Utah del 1970 appare contemplando il lago: un ciclone immobile.


Robert Smithson, Spiral Jetty, Utah,1970



L'area di progetto di Antrodoco è caratterizzato dalla ferrovia e dalla Strada Salaria; appare dunque il concetto di movimento e di mobilità come elemento fondante. Per questa ragione questi concetti vengono messi in evidenza con il carroponte, elemento che ridefinisce il paesaggio e lo esalta con una nuova configurazione e una nuova possibilità dettata dal Programma.



3) QUANDO L'ARTE DIVENTA PAESAGGIO

Il gruppo Stalker nella Transborderline a Roma nel 2000 interagisce con il paesaggio in maniera differente: cerca di coinvolgere la comunità e per questa ragione le sue opere vengono accettate, diventando parte integrante di un sistema complesso.


Un'infrastruttura culturale con il polo centrale ad Antrodoco significa proprio questo; rivitalizzare una comunità ed integrarsi con il territorio tramite la cooperazione.


4)ARTE+ARCHITETTURA+CONTESTO

Nel progetto di Eisenman nel Memorial to the Murdered Jews of Europe a Berlino del 2004 lo spazio è rivelato mediante l'azione e riesce a trovare un dialogo con il paesaggio mediante l'architettura.


Nel progetto ad Antrodoco il rapporto con il contesto lo si legge nel Programma più che nell'architettura stessa. L'archivio ospiterà le opere del terremoto quelle che da sempre hanno caratterizzato e valorizzato le architetture del centro Italia e che oggi non trovano più collocazione. La mancanza di collocazione fa in modo che esse non possano essere esposte e dunque tramandate nella memoria collettiva.

L'edificio è un involucro che sfrutta la tecnologia e la lettura del paesaggio e del luogo mettendo in evidenza le infrastrutture e la volontà di collegamento con le cittadine limitrofe.

L'edificio si espande ed acquista valore perché visto come una nuova opportunità per il territorio, un'infrastruttura culturale.


5)PROGRAMMARE LA SUPERFICIE NEL PAESAGGIO CONTEMPORANEO

In questo capitolo "Artscape" diventa un metodo per creare nuovi paesaggi da vivere attraverso una manipolazione della superficie.


Il progetto della scuola come infrastruttura culturale è quella che nel libro viene definita "un'azione formale" che permette alla superficie di diventare lo spazio in cui si organizzano nuove forme e nuovi rapporti sociali.

Il paesaggio, il luogo di progetto, diventa "un luogo sensibile alle trasformazioni, capace di registrare i movimenti e gli eventi che lo interessano" (p. 96)

In questo senso il progetto citato è il Monumento Continuo di Superstudio.




PENNY SPARKE, Interni Moderni, Spazi pubblici e privati dal 1850 a oggi, Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 2008


Il ruolo degli spazi interni


L'aspetto che più mi ha interessata nella lettura del libro è l'insieme degli elementi che confluiscono nel pensiero architettonico degli spazi interni: dal contesto storico, alla tecnologia, l'industrializzazione, il ruolo della donna, il ruolo della casa, il cambiamento sociale, la differenza tra spazio pubblico e privato, l'arte. Tutti questi elementi hanno, lungo la storia, mutato il carattere degli spazi interni, facendoli diventare espressioni profonde di se stessi e di un'epoca, di una volontà o di una gerarchia sociale.


Il desiderio di abbellire gli spazi interni ha caratterizzato tutta la storia della civiltà. Nell'epoca moderna tuttavia la decorazione è passata da simbolo generale di valori condivisi a potenziale espressione di individualismo.

Prima dell'industrializzazione la decorazione aveva comunicato attraverso linguaggi visivi o stili che esprimevano le gerarchie sociali. In quanto rappresentazioni del potere e della ricchezza, i linguaggi decorativi condivisi avevano agito da forme di controllo.

Con l'elevato livello di mobilità sociale che si accompagno all'industrializzazione la decorazione d'interni passò gradualmente dal confermare le strutture sociali al tentar di rinnovarle e trasformarle.


Il libro inizia con un paragone tra un salotto privato ed un centro commerciale. Entrambi svolgevano ruoli diversi eppure lo spazio del centro commerciale alludeva ad una dimensione domestica. La separazione tra lo spazio pubblico e privato, sempre più sottile con l'industrializzazione definisce la modernità e gli interni moderni, rispecchiando le esperienze sempre più frammentarie degli abitanti del mondo moderno.



L'idea centrale del libro è che gli interni moderni siano il risultato di un movimento a doppio senso tra la sfera pubblica e quella privata. All'interno di quel movimento vennero formate identità individuali e collettive.

Il design è stato in grado non solo di esprimere le condizioni e le aspirazioni sociali, ma anche di collegare le identità individuali agli interni.



Nella sezione dall'interno all'esterno gli ambienti domestici erano il luogo dell'identità individuale e della modernità femminile, spostandosi dall'abitazione privata all'arena pubblica. Gli spazi interni vengono esperiti attraverso la relazione con il consumo di massa ed il sistema della moda ed il ruolo nel favorire l'espressione individuale e collettiva.


Il volto privato degli interni moderni si forma nella casa borghese vittoriana nel XIX secolo: un confortevole riparo dagli universi del lavoro e commercio.

Tuttavia tra il 1850 e il 1914 gli interni subisco una serie di trasformazioni dovuti al ruolo della donna, alla produzione e al consumo di massa ecc.

La casa diventa indicatore del gusto e dello stato sociale ed il mezzo per costruirsi un'identità.


Tra il 1890 e il 1914 si diffonde l'idea di fondere l'architettura con le arti decorative grazie agli esperimenti dell'Art Nouveau, Arts and Crafts e Jugendstil con l'idea di superare il confine tra sfera privata e pubblica. Si parla dunque di OPERA D'ARTE TOTALE per avere un'armonia tra arredo e architettura e tra interno ed esterno. Si parla di "nuovi interni".


L'Aart Nouveau era uno stile alla moda ed ebbe un impatto sullo sviluppo degli interni moderni. Sosteneva la supremazia dell'architetto sul tappezziere e decoratore, l'importanza del mobilio su misura e la possibilità che gli interni diventassero opere d'arte.

Conferma inoltre il significato del legame tra interni, abbigliamento e stile di vita.


Con la produzione di massa agli gli interni diventano oggetto del consumo di massa.

Dunque vengono realizzati dei modelli idealizzati di interni domestici riprodotti nei negozi e nelle riviste per stimolarne il desiderio.

I modi per pubblicizzarli erano pertanto le riviste (La Revue de la Femme_1927), i grandi magazzini dentro le città in cui si riproduceva un'interno tramite una struttura a tre pareti, il centro commerciale (realizzato a Chicago da Aldis nel 1916) fuori le città, le esposizioni che permettevano di rimanere aggiornati.

Il concetto di allestimenti di interni diventa una strategia espositiva. (Esposizione parigina 1867, 1900, Esposizione di Torino del 1902, Esposizione universale delle Arti decorative e dell'industria Moderna del 1925).

Poi i musei, ed infine i film ovvero il mezzo ideale per stimolare il desiderio.

Tutti questi strumenti offrivano un ambiente familiare fuori dalle mura domestiche.


Tra il XIX e il XX secolo 'élite della società e la classe borghese avevano l'esigenza di essere "alla moda" e dunque di avere interni alla moda. Si ha uno stretto legame tra abiti ed interni.

Le donne si definiscono decoratrici di interni professioniste e nel 1913 Elsie de Wolfe pubblica un libro sulle maniere per arredare la casa. Gli interni iniziano ad essere concepiti come modello stagionale.

Grazie ai manuali le donne diventano arredatrici dilettanti.



Nella sezione dall'Esterno all'interno si concentra sul modo degli artisti, architetti e designer legati al Movimento Moderno hanno preso in prestito i processi di razionalizzazione e standardizzazione e all'avanguardia artistica utilizzandole nel contesto delle abitazioni private moderne.


Tra gli interni pubblici analizzati abbiamo il Crystal Palace di Paxton del 1851.

Tra la fine dell'800 e l'inizio del 900 e l'avvento del Razionalismo, gli interni dei luoghi di lavoro vengono progettati per facilitare un'organizzazione funzionale ed efficiente (Fabbrica Ford e Taylor).

Gli uffici cambiano con la divisione del lavoro standardizzata e la suddivisione dell'ufficio in aree.


Negli anni a cavallo fra le due Guerre, con il Movimento Moderno, si ha un rifiuto della domesticità della borghesia vittoriana in virtù dei principi di razionalità, strandardizzazione, ed efficienza. Contribuiscono anche l'impiego dei nuovi materiali: cemento, vetro e acciaio.

Dunque il fascino per l'estetica della macchina.

Il rapporto tra interno ed esterno viene sfumato dall'utilizzo di questa razionalità sia negli edifici pubblici che nelle case, soprattutto nelle cucine: nel 1912 Christine Frederick pubblica "Ladies Home Journal" sull'organizzazione delle cucine per limitare i passaggi.

Ernest May e M.Shulte nel 1926 progettano la "Cucina Francoforte", prodotta in serie, funzionale ed elegante.



Il movimento moderno ha eliminato la domesticità borghese e de-femminilizzato la casa.

Inoltre alla base del Movimento Moderno vi era l'ideale democratico che la standardizzazione permettesse di avere mobili accessibili a tutti.



Con le avanguardie del cubismo, costruttivismo, e De Stijl abbiamo un'unione dell'architettura e dell'arte contemporanea. L'obiettivo era quello di eliminare i confini tra interno ed esterno.

Gli interni astratti nascono come sperimentazione di spazio, luce, colore e grana.

Un'esempio è quello di casa Shroder (1924): l'esterno entra all'interno creando un continuum spaziale grazie all'utilizzo di pannelli mobili e mobili a scomparsa.

Le Corbusier a Villa Savoye crea di un dinamismo creato dalla rampa e la permeabilità tra spazio interno e spazio esterno.


Nel dopoguerra nasce il America la figura del "designer di interni" che si occupava di progettazione, illuminazione, riscaldamento, superfici, mobili, pattern, colori.

L'obiettivo era di armonizzare gli interni con le strutture architettoniche sia per le case che negli uffici.


In Italia grazie a Castiglioni, Sottsass, Magistretti, Colombo ecc. Si sviluppa un design elitario, radicato nella società borghese e per questo molto criticato.


Negli anni '70 si sviluppa un'atmosfera retrò ed una passione per il passato con le "stanze d'epoca".

Negli anni '80 e l'inizio del XXI secolo si fa ampio uso degli interni minimali; gli interni sono opere d'arte e sintesi di arte, architettura, vita quotidiana.

A causo dei mass media però si perde l'idea democratica che aveva fatto nascere il Movimento Moderno, diventando l'ennesimo stile di interni alla moda.

Gli interni vengono usati dalla televisione per avere un maggior numero di ascolti e come brand identitario delle grandi marche (Max Mara).




Le conclusioni offrono una riflessione sul rapporto sempre più complesso tra la sfera pubblica e privata nel mondo contemporaneo. Tuttavia mentre lo spazio virtuale diventa influente rispetto allo spazio fisico , il concetto di modernità industriale è stato sfruttato al limite ed è arrivato il momento di ripensare il significato degli interni moderni


 
 
 

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